R I P O S T I G L I O
***
Vorrei che amassi
quel cuore
lasciato in divieto
a coprirsi di freddo
***
Secchi e ramazze
scatole di scarpe
da scegliere ogni mattina,
in bilico.
Un parapiglia.
Dimenticanze nel buio
(distanze).
***
Cercando ordine
ti ritrovo fra le mani
senza un posto nella mente
é lì
che ti metto-ma
poi
come ti piglio?
***
Vari ed eventuali
riposano
nella stretta attesa
confusa
di una nuova
utilità
***
Ho smesso di riporre e
dimenticare.
La mensola per gli attrezzi ci salva,
separare il chiaro dallo scuro
raggiungere in ogni momento
anche l’ultimo scaffale
è ginnastica per memorie refrattarie.
Anche se, nell’angolo più in basso,
c’è sempre un paio di scarpe
di quando camminavi altrove.
Riposo
E l’odore di quei ripostigli?
Quel miscuglio di cera da passare e
prodotti per lucidare mobili
e l’argenteria.
Quell’odore lì
di quelle case a cui
non ci si abitua mai
case sempre in attesa
di visite, di festività.
Quell’odore, dicevo, che
nei giorni in cui passava la “donna”
a pulire e a levare le polveri
si spargeva per le sale belle,
e poi di nuovo solido
nel suo regno-ripostiglio
a vegliare le scatole del nonno
colme di oggetti che
“potrebbero prima o poi venire utili”:
la minuteria ordinata nelle confezioni
del caffè Lavazza, con l’etichette a pennarello
“viti, chiodi, cose varie”
e tutti gli altri oggetti
nelle scatole del Twinings,
“chissà mai un giorno avranno un valore”.
I vecchi giornali, gli attrezzi,
i carrelli per la spesa e i sacchetti,
le scarpe della stagione finita.
Tutto riposto a riposo
in quell’odore millenario
che avrai presente anche tu
anche se non hai
mai dormito qui.
(da Cosedicasa, dotcom press, Milano 2017)
***
Tutti i ripostigli hanno una porta segreta
in fondo
tutti i bambini lo sanno
così quando ho raccontato alla mamma
del ripostiglio della vicina di casa
con la faccia tosta della convinzione
lei ci ha creduto davvero
e ha concluso che lì stava
il loro denaro nascosto
e io invece sapevo
che oltre quella porta
c’era un torrente cristallino
dove nuotavano pesci d’oro
e che l’erba di smeraldo assoluto
era fragrante di voci.
Luce nel ripostiglio.
Dal fondo del corridoio
attraverso il vetro opaco
l’ombra di un quaderno, foto, carte.
Messe lì, accanto alle scatole, le conserve
sembrano quasi utili
come una tisana per dormire meglio.
Tra queste delle pagine,
ciò che volevo dire,
pensavo di essere.
La carta è ingiallita
diventerà farina,
cibo per una serata.
***
era vuoto d'avanzo/inutile a cose minime/riposte con gesti minuti in angoli acuti/
vuoto che non sapeva avrebbe usato col duro di pacchi/
penombra di scarpe sul velo di un solaio armato di ferro disossato ---
--- nel silenzio/che preme e satura l'annuncio del crollo/
un franare di calcinacci vivi dentro una tregua di sonno/
- lo scaleo arrampica lo scuro/forse in alto nevica l'inverno -
Polvere
(primo deposito)
sulla pelle in strati
di fumo chiuso.
sciogliere di calce
che non cretta la falda del respiro.
(controluce ingannano lucciole di pulviscolo)
(secondo deposito)
lentamente ricoperti
restiamo dove siamo.
sindoni di depositi sparsi sulla testa
accumulati sotto le labbra.