S T E F A N I A Z A M P I G A
CASA PASSATO
Dentro le stanze della fortezza
disegnavo case con la sola facciata
e un camino sul tetto.
Usavo la matita
per far uscire
righe ondulate.
Arrivava
odore
di bruciato.
CASA PRESENTE
Una casa per due un letto
un tavolo per otto o quattro
pavimento rosso tre porte
e adesso piante alle finestre
cassa portatile per la radio,
parole accese a intermittenza.
CASA IDEALE
La voce si presta
a soffiare un tessuto
di punti fra le stanze
il tempo
si accomoda tra le parole
Chi l’avrebbe detto
quel pino sul tetto
gli aghi un impasto
un blocco
per l’acqua
costretta
poi tracce gialle,
una nota
dal soffitto.
Prima scostavo la tenda
come fosse nebbia
sulla strada
e il muro di fronte
adesso il vetro è limpido
su nuvole, tetti,
gli alberi come treni
in salita sulla collina.
MURO
Non mi accorgo
dei muri che cambiano
intorno a una mano, uno sguardo
smontarli senza spaccarli
sottile competenza
degli anni
GUSCIO
Mi sveglio e la finestra
sposta ombre
dalle palpebre
coi fasci di luce
lo spazio è un uovo
cresco piume
e un becco per uscire.
ANGOLO
Questa piccola piega
fa sembrare la stanza
una tenda all’apice
dello slancio
Domotica
Se mi accosto
un sensore rifletterà
il mio desiderio ed aprirà cassetti
in materiali e forme diverse
mi innamorerò del mobile
che mi capisce
starò tutto il giorno
a ripormi dentro
con pareti che si avvicinano
a seconda dei cambiamenti
profumo verrà a dissipare
quello che voglio lasciare
Sonno
mente spazio lucido
nel lievito di parole
che riposano insieme.
Cassetto
dopo quindici anni
la carta nel cassetto
era provata, gli oggetti
l’avevano prosciugata.
appallottolata
è entrata nel bidone senza
scricchiolare
Seduta nella celletta
mi apro al tempo
pensoso del corpo
mi calmo leggendo
scopro un passo
per tenere l’essenziale
poi lascio andare.
.
Divano
due modi che conosco
in cui il corpo si può sedere
a peso morto ignorare tutto
urtando pelle carne ed ossa
con schianto di forte attrito
voragini nel ritmo di fluidi e masse
sbattendo e schiacciando particelle
in assenza di rimbalzo
oppure procedere
per rilascio graduale
agendo la discesa
a una velocità che permetta
di liberarsi dal contenimento
costruire l’impatto
in un contatto gradito
nell’estensione della gravità
respiro elabora distanze
e approdi a forme di vita
diverse da sé
Libreria
Mi piace il tuo lasciare sfumati
i titoli che porti ammassati
oltre vetri opachi
occhi di visioni interiori
legno-carne protegge
parole che continuano a meditarsi:
come te conosco la vitalità
dietro le righe.
Animale domestico
forse mancava un gatto
a tracciare curve
procedendo
per passi felpati
saltando sostenuto
sulla gravità
Lampada
bastava la tua versione dei fatti
meglio sopportare il buio
con insidie di spigoli e muri
e andare a tastoni
piuttosto che prendere una scala
svitare e vedere
come funziona.
Nel luogo della sopravvivenza
coltelli e fuoco
ripetono riti di purificazione
e nutrimento.
***
mi sento intraprendente:
aspetto l’esaurimento delle scorte
per gustar piatti comunque raffinati.
Frigorifero
Vorrei un giorno aprire lo sportello
e tirar fuori momenti messi
in appositi contenitori
pronti da consumare
dopo aver tolto
eventuali filamenti
come il risveglio domenicale
colto nel tepore delle lenzuola
ripulito da discussioni non volute.
Lavandino
Come quelli che ora sono tornati di moda
era di pietra allungato
con la vasca poco profonda
vicino alla cucina economica
dove gli anelli di ferro
lasciavano vedere il fuoco
adesso spaventa
essere la sola depositaria
del ricordo
Tovaglietta
Nonostante mangiamo allo stesso tavolo
ciascuno cade nel proprio ambito
lo spazio di movimento è una striscia
dove stendere posate piatti, bicchieri
dai confini chiaramente delineati
è difficile arrivare nel territorio dell’altro
balcone, bocca che si apre
parola nel mento
vede e si muove
si lascia solo scorgere
il resto gode
di protezione
settembre
oggi mi ritroverei a raccogliere
le ultime zucchine e melanzane
e dovrei rivoltare la terra
mentre un fico perderebbe le foglie
il giardino dei miei
non lo sentivo mio
non lo lavoravo,
l’ho lavorato solo l’ultimo giorno
in un nuovo giardino coltiverei
piante officinali per la mia amigdala
il sole scalderebbe le ossa
e tu sorrideresti
Se la chiave non gira
un colpo di vento allarga il varco
la ruggine ride
se la vernice bianca cede
OGGETTO CHE ANCORA LA CASA
E quindi l'ho portato con me
unico rimasto
di un set di dodici con caraffa
bicchiere di vetro lavorato
sottile come i fili d'erba
sabbiati che lo decorano
filatura sul bordo
e punti piccoli e grandi
di oro zecchino
usato per l'aranciata-
ora ci bevo il sogno
di un passato perfetto
ANIMALE DOMESTICO
Forse mancava un gatto
a tracciare curve
procedendo
per passi felpati
saltando sostenuto
sulla gravità
POLVERE
Non oso pensare
allo spessore
finite le domeniche mattina
di pulizie da manuale
cresce incolore
pioggia di particelle
libere
di stare
Soglia
Via tinaia
ogni giorno
striscia
la pietra serena
fra cambi di ombre,
stipiti, altro.