G I A R D I N O
***
Purchè stavolta
io non scordi
al centro
un fiume che scorre
***
1.
a terra
gialle foglie
strette di melograno
qualche rimasuglio
di chicco rosso
un'adolescenza alla rovescia
un giardino ribaltato
che cammina all'indietro
antica tartaruga
lenta.
2.
grande,
in alto
di cotto scheggiato
i tigli
ne lambiscono gli orli
- il babbo li oltrepassa
(batticuore)
scivolate di bambini sull'acqua
studi e amori nascosti
le basi.
***
Come un sogno-
nel cassetto
colori e odori
di libertà
***
Minuscolo il giardino,
qualche fiore,
sul retro la casetta per la millecento
(utile poi per le prime esplorazioni,
i giochi proibiti)
ma la vera meraviglia
era davanti
un triangolo di erba e fiori
e al centro lui,
il pino argentato.
Nessuno ce l’ aveva nella via
(e) il suo colore chiaro
risplendeva
e inviava il suo profumo
al mare
***
La mia gente non faceva i giardini
forse perché aveva il deserto nel sangue,
ma io il giardino ce l’avevo in testa
(chi sa quale vento portò i semi).
Il primo anno fu duro vangare -
le mie mani bambine fecero solo
un’aiuola minuscola
dove uno per uno li piantai –
bruni come i noccioli di ciliegia.
E le notti d’estate si riempivano
con i macchi, fucsia e bianco,
dei mirabilis jalapa – belle di notte,
meraviglie di Perù.
Animale domestico
Brooke
Nel giardino di una casa al mare
un micino batuffolo di coccole:
avevi già deciso che eravamo
la famiglia predestinata a te.
Nulla ti smosse da quella certezza.
E come potevamo liberarcene?
Mentre bevevi il latte dal piattino
emanavi puzzette e tenerezza.
Ti strusciavi agli angoli dei mobili
la coda come un punto di domanda.
Eri femmina e per giunta opportunista
per questo ti chiamammo come lei
l’eroina di Beautiful, la soap
che ci riuniva a tavola alle una.
Hai vissuto vent’anni come Highlander
indisturbata come un geroglìfico
regina incontrastata del programma
primattrice del nostro feuilleton.
Ti prego, no. Non puoi morire adesso
andartene così, come se avessero
deciso di rescinderti il contratto.
Rimani ancora per questo Natale.
Non puoi sapere quanto si sta male
sotto le feste se ti è morto il gatto.
***
la maternità delle foglie
ha dita di trapano
sotto le cortecce,
a volte vento si affaccia agli infissi.
- quattro viandanti attraversano mano nella mano -
e d'erba in ascolto;
la talpa scava luce che non può vedere.
***
settembre
oggi mi ritroverei a raccogliere
le ultime zucchine e melanzane
e dovrei rivoltare la terra
mentre un fico perderebbe le foglie
il giardino dei miei
non lo sentivo mio
non lo lavoravo,
l’ho lavorato solo l’ultimo giorno
in un nuovo giardino coltiverei
piante officinali per la mia amigdala
il sole scalderebbe le ossa
e tu sorrideresti