C A M E R A
Cassetto
Si sente l’eco
di quel moto
quando lo apri.
Lo sbattere
delle cianfrusaglie
che custodisce.
Comodino
Piano
su cui ammucchio
sassolini di idee
nell’attesa
che mi sia chiara
la stanza.
Letto
Zattera di fantasie
che ancora
porta al largo
noi due.
Letto
Sfatto.
Accoglie il calore
del centro
rigirato e scomposto
che giace,
immemore del dolore,
nell’ostinazione del viaggio.
Un loto pulsante.
Armadio
Trattieni per me
l’incoerenza
di un bacio
come fosse
il tesoro nascosto
di un bambino.
Letto
Le lenzuola si aprono a tratti
ali ad accogliermi,
uccello stanco e bianco
in attesa di stendersi.
A tratti si chiudono, respingenti e serrate.
Resto fuori nel tentativo di ripescarle con le dita dei piedi.
Armadio
L'armatura di cassetti e grucce
satura il legno bucherellato
a goccia a goccia.
A ognuna il suo riparo:
cabina per sogni velati,
turbamenti da appendere
- come scorte.
Il letto
Allungavo il giorno
con un pesce, due orsetti e una pistola.
Poi sono stata a lungo in un braciere
le orecchie tese verso urla non così lontane.
Dopo è stato un mare di finta bonaccia
su cui ho posato i miei fardelli di niente.
Ora riposo in un ventre calmo
sospesa nell’attesa.
***
Mai a pancia in su
esposta
agli schiaffi o alle carezze dei sogni.
Meglio rannicchiata nel grembo di cotone
le spalle
coperte ma i pensiero che vanno
L’armadio
Stanno appesi, sospesi ad un gancio di vita
oppure distesi, ma disciplinati.
Ascolto il profumo del nuovo e suoni
già annusati, forse da riporre per sempre.
Chiedo un giorno in più per stringere il coraggio.
Il comodino
Una tregua in ordine sparso
oggetti e pagine
come idee
Il cassetto
Ripongo in ordine nuove possibilità
ma il vento perde il suo fiato.
Un velo di abitudine scende sul caos,
è difficile il distacco anche se i gesti si copiano stanchi.
Un taglio netto fa spazio al fluire dei giorni.
Letto
le tue vele di lino
si muovono al vento
del mio corpo
e al mattino
resta l’impronta inquieta
del notturno viaggio
Comodino
Mi assorbo
nello spicchio di luce elettrica
le pagine vive
compagne di furti e fughe
le pagine stanche
apripista di sonni di lava
Ti appoggio
sul comodino
fra le cose della notte
Cassetto
L’alfabeto esatto delle cose inerti
ti scoperchia
t’impigli a dragare sul fondo
in coralli e calcificazioni
un resto di viaggio
il ditale di metallo
infilato quaranta anni fa
Letto
Stendersi sotto l’ala del giorno
è un esercizio di ossa
è il bianco che incalza
e tu che avanzi a sussurri
parole di vento
come l’argento mosso tra gli olivi
Ulisse fece del suo letto radice
il mio scialuppa su un lago ghiacciato
si muoverà tra le canne
al calore del sonno
con le sue ossa di vetro.
Letto
Sotto il letto
Per tutto il giorno resta ben nascosto,
disteso fra la polvere e le scatole da scarpe.
Fa finta di non esserci ma c'è.
La sera osserva ogni nostra mossa
conosce i nostri piedi e le pantofole.
Ci ascolta mentre ignari ci infiliamo
dentro ai nostri pigiami in fibra organica
e stanchi ci diciamo buonanotte
per poi girarci dandoci le spalle.
Solo quando la luce se ne va
i suoi occhi si accendono nel buio.
Allora mette fuori il braccio destro,
muovendosi sui gomiti
sguscia fuori dal suo nascondiglio,
s'aggrappa alla coperta e sale su.
Io non credo che voglia farci male.
Forse soffre di freddo e solitudine
per questo si trascina in mezzo a noi
e resta rannicchiato fino all’alba
fra queste nostre schiene indifferenti.
Armadio (2)
Hai deciso di vivere
rinchiuso nell’armadio.
Ci stai comodamente
soprattutto d’estate -
lì dentro fa più fresco.
Sul fondo hai fatto un buco per i piedi
così ti puoi spostare a piacimento.
La mattina fai colazione al bar,
il cameriere bussa all’anta destra
porgendoti il cornetto col caffè.
Tu apri uno spiraglio, mangi e bevi
almeno non fai briciole per terra.
La cosa più importante è far finta di niente.
La gente alla fermata spesso ride di te
ma questo non ti tocca, dopotutto
non possono vederti mentre piangi.
È ovviamente scomodo vivere così
ma sei un tipo pieno di risorse
e presto impari l’arte di confonderti
coi pezzi del mobilio preesistente
al punto che in ufficio il direttore
ti scambia per l’archivio dei faldoni.
La notte spesso accosto
l’orecchio alla tua anta,
ascolto il tuo respiro
appeso fra le giacche e le camicie
il tuo cuore che batte attutito
almeno da un milione di maglioni.
(da Le buone maniere, Valigie Rosse, 2018)
Il cassetto
Cassetti
fino al cielo,
uno per ogni
scalino salito
nella vana ricerca
di frivolezza...
E tu nell'ultimo,
piegato stretto stretto
come un origami
nel cantuccio,
in attesa di essere
svegliato.
Letto
Il letto è stretto
la stanza si fa piccola,
non contiene
l’insonnia della notte.
Non passa come
i frusci degli alberi
è nave carica
bianca di attese.
Letto
sveste lo spazio della carne/
scossa al tatto/da una pena retrattile/e tuoni rampicanti in nere infiorescenze/
distende una cima di bosco che ondeggia/copre la bellezza di prato che sarebbe stata/
prima le stringessero tutte le labbra/corrompendola di notte nuda/
Domotica
se mi accosto
un sensore rifletterà
il mio desiderio ed aprirà cassetti
in materiali e forme diverse
mi innamorerò del mobile
che mi capisce
starò tutto il giorno
a ripormi dentro
con pareti che si avvicinano
a seconda dei cambiamenti
profumo verrà a dissipare
quello che voglio lasciare
Sonno
mente spazio lucido
nel lievito di parole
che riposano insieme.
Cassetto
dopo quindici anni
la carta nel cassetto
era provata, gli oggetti
l’avevano prosciugata.
appallottolata
è entrata nel bidone senza
scricchiolare.